Un’abilità cognitiva o una gamma di risposte disponibile nel proprio repertorio comportamentale assumono significato solo in relazione ad un soggetto che ne riconosce le caratteristiche e decide di utilizzarle per i suoi scopi, ovvero, solo in relazione ad un individuo che agisce metacognitivamente.
Da un punto di vista educativo, riconoscere il ruolo della metacognizione significa comprendere che il il processo educativo non deve incidere soltanto sulle abilità di base o già acquisite (la capacità di memoria, la lettura, il calcolo,…) oppure sui prodotti dell’apprendimento (le conoscenze apprese), ma anche sulle modalità di comprensione e utilizzazione delle abilità stesse.
Gli aspetti metacognitivi si riferiscono quindi alla comprensione del compito e della sua difficoltà, all’esame delle vie per affrontarlo, alla scelta e pianificazione delle linee da seguire, all’utilizzo coordinato delle strategie adottate e alla valutazione dei progressi e dei risultati ottenuti.
Due aspetti sono fondamentali:
- la conoscenza metacognitiva, ovvero l’insieme delle conoscenze che uno studente possiede e che riguardano il funzionamento della mente e che possono influire su di esso;
- i processi metacognitivi, ovvero l’insieme dei processi che presiedono ai processi cognitivi durante la loro esecuzione.
La metamemoria è invece quella parte della metacognizione che riguarda specificatamente la memoria la quale si evidenzia abbia un rapporto molto stretto con l’attività cognitiva. Si ritiene che uno studente che abbia sviluppato una buona metamemoria avrà potenziato fortemente le sue capacità mnemoniche e di apprendimento.
La memoria come fondamento di vita.