La memoria è una funzione esecutiva importantissima utile pel processare le informazioni, per poterle manipolarle, per ritenerle e rende possibile richiamarle quando necessario. Scopriamo quindi che cosa è, quanti tipi ne esistono, come funziona, se può essere allenata e come poterla migliorare. Forse non tutti lo sanno, ma per la memoria esistono parecchi esercizi in grado di potenziarla.
Memoria….che cos’è?
La memoria ci permette di assimilare, mantenere e richiamare le informazioni che abbiamo appreso tramite l’esperienza e, in base a queste, organizzare le nuove informazioni e le nuove conoscenze. Proprio per queste ragioni, la memoria gioca un ruolo fondamentale nell’apprendimento e molti studi hanno dimostrato come la “Memoria di Lavoro” sia particolarmente coinvolta nei processi di apprendimento. Non è infatti un caso che questo tipo di memoria venga valutata nei test durante il percorso di diagnosi nei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).
Memoria di Lavoro
Nell’accezione di diversi autori, la Memoria di Lavoro (ML) è considerata come un sistema dinamico di elaborazione e mantenimento delle informazioni verbali e visuo-spaziali. Questo tipo di memoria è un sistema di elaborazione e mantenimento delle informazioni uditive, verbali, visive e spaziali. Altrimenti detto è la capacità di usare le informazioni momentaneamente immagazzinate per eseguire e risolvere i problemi.
Potremmo dire che rappresenta una specie di “parcheggio” delle informazioni che ci servono per eseguire un compito.
La memoria di lavoro è capace di controllare l’attenzione per mantenere le informazioni attive e renderle velocemente recuperabili, mettendo da parte quelle che non servono.
Recenti studi si focalizzano invece sulla variabile “tempo” (intesa come velocità individuale di elaborazione, di permanenza degli stimoli in memoria o di durata temporale degli stimoli) e ne sottolineano l’effetto estremamente rilevante sulle prestazioni della memoria di lavoro.
Gli studiosi concordano sul fatto che la ML elabori le informazioni in ingresso, e contemporaneamente mantenga attive in memoria quelle già elaborate: ciò significa che la ML è fondamentale per poter svolgere processi cognitivi superiori come ad esempio il processo di apprendimento, di comprensione del linguaggio scritto e parlato, di giudizio di veridicità e di ragionamento.
Trovo opportuno evidenziare che Memoria a Breve Termine (MBT) e Memoria di Lavoro (ML) non sono la stessa cosa: la prima consente unicamente l’immagazzinamento delle informazioni mentre la seconda ha un ruolo più attivo in quanto deve elaborare tali informazioni e collegarle con la memoria a lungo termine.
In sintesi: più è efficiente la memoria di lavoro e maggiori informazioni riesco ad elaborare ottenendo un apprendimento efficace.
Memoria di lavoro e DSA
“Tutto quello che deve essere imparato e ricordato deve passare attraverso la memoria di lavoro” (Dehn, 2008).
Memoria di lavoro (ML), lettura e dislessia
La ML entra in gioco in tutti i processi di lettura e di comprensione del testo che richiedono appunto di saper leggere le parole, capirne il significato per arrivare ad integrare le nuove informazioni nella memoria. La quantità e la qualità dei processi implicati nella comprensione del testo non potrebbero funzionare se non grazie alla ML intesa come sistema dinamico e complesso.
Memoria di lavoro (ML), scrittura e disortografia
In questo caso la ML richiede di saper individuare le lettere da scrivere in un determinato ordine e di saperlo mantenere. Altrimenti detto, la ML ha il compito di mantenere attiva la sequenza delle lettere ascoltate per il tempo necessario a convertirle in lettere scritte e legate tra loro in base alle regole ortografiche e grammaticali.
Memoria di lavoro (ML), matematica e discalculia
La ML entra in gioco nel momento in cui, ad esempio, si devono eseguire dei calcoli a mente dove è quindi necessario mantenere a mente informazioni come il riporto, il prestito o ancora le tabelline….
Numerosi studi hanno messo in evidenza che in bambini con discalculia le prestazioni nei compiti di ML sono deficitari in quanto richiedono contemporaneamente la memorizzazione ed il recupero delle informazioni, altri compiti richiedono uno spostamento attentivo (shifting) tra stimoli diversi e l’aggiornamento e integrazione costante tra informazioni in entrata e quelle già presenti in memoria (updating).
“Da anni è noto che le credenze di autoefficacia e le abilità di metacognizione sono sottese ai processi di apprendimento e all’effettiva esecuzione e risoluzione dei compiti….In particolare, l’ipotesi dell’”efficacia motivazionale” prevede che le convinzioni motivazionali, come l’autoefficacia percepita e le strategie metacognitive di monitoraggio rispetto al piano di soluzione scelto, siano correlate ad un più efficace processo di esecuzione del compito.
Questo aspetto ha notevoli implicazioni educative, perché consente di strutturare programmi di potenziamento che siano orientati non solo agli aspetti legati ai processi di apprendimento ma anche alle dimensioni implicate nel monitoraggio cognitivo continuo, nella consapevolezza delle proprie risorse e dei propri punti di debolezza, nonché nell’autovalutazione delle proprie prestazioni.”
(tratto da: “Metamemoria” di Antonella D’Amico e Martina Enea)