Sentiamo parlare sempre più spesso di DSA…ma che cosa significa? Con questo acronimo si indicano i Disturbi Specifici di Apprendimento, una classificazione abbastanza recente che raggruppa i disturbi del Neurosviluppo legati alle aree di lettura, scrittura e calcolo. Una diagnosi nei tempi corretti può evitare il radicarsi di ulteriori comportamenti disfunzionali sia emotivi sia di performance scolastica.
DSA – Disturbi Specifici di Apprendimento
I DSA si manifestano in età evolutiva ovvero nel momento in cui il bambino inizia a mostrare difficoltà nell’acquisire e sviluppare nuove capacità;
sono specifici ovvero tendenzialmente circoscritti a processi necessari per apprendere attività che sono generalmente automatiche;
di apprendimento, poichè non indicano una patologia bensì un disturbo (una neurodiversità) che incide su un dominio ben specifico.
La Consensus Conference dell’Istituto Superiore di Sanità (Cc-ISS, 2011) definisce i Disturbi Specifici dell’Apprendimento “Disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Essi infatti interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici.”
Nel DSM-5 (APA, 2013) si sottolineano inoltre le possibili “conseguenze funzionali negative lungo l’arco di vita che includono […] alti livelli di distress psicologico e inferiore salute mentale generale […] l’abbandono scolastico e i co-occorrenti sintomi depressivi aumentano il rischio di esiti negativi in termini di salute mentale generale. Al contrario alti livelli di supporto emotivo e sociale predicono migliori risultati a livello di salute mentale”.
Diventa estremamente importante quindi che la scuola e la famiglia vadano ad agire tenendo conto sia del disturbo e del miglioramento del profitto scolastico, ma anche degli aspetti emotivi del bambino. In questo modo si possono ottimizzare i risultati e prevenire che il bambino sviluppi una bassa autostima, disturbi ansioso depressivi e una sottostima delle sue capacità.
L’importanza della diagnosi
Credo sia fondamentale evidenziare che le ricerche hanno messo in luce che i Disturbi Specifici dell’Apprendimento si presentano associati a disturbi emotivi e comportamentali che, se sottovalutati, possono costituire un fattore di rischio per il futuro benessere psicologico del bambino.
Un primo problema può essere ricondotto alla mancanza di una diagnosi: il bambino ha un basso rendimento scolastico di cui non si comprende la causa, i genitori sono confusi e spesso oscillano fra comportamenti severi e punitivi e gli insegnanti inizialmente dubitano dell’impegno del bambino che si sente incompreso sia in famiglia che a scuola e lui stesso comincia a dubitare delle proprie capacità. Questo può essere molto destabilizzante e provocare un abbassamento dell’autostima, disagio psicoaffettivo, un sentimento di inferiorità nonché senso di colpa, soprattutto se si sente giudicato pigro e svogliato.
Le principali caratteristiche che contraddistinguono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento riguardano:
- Le inattese e importanti difficoltà nella letto-scrittura e/o nei numeri e nel calcolo
- Le difficoltà nella consapevolezza fonologica (difficoltà nel riconoscere quanti, quali e in che ordine sono i suoni di una parola)
- La lentezza nell’automatizzazione di diverse abilità
Alcuni bambini con Disturbi Specifici dell’Apprendimento possono anche avere difficoltà di coordinazione, di motricità fine, nelle abilità di organizzazione e di sequenza e difficoltà nell’acquisizione delle sequenze temporali (ore, giorni, stagioni, ecc.).
Quali sono i disturbi più presenti nella Scuola italiana?
Prima di capire quali siano le percentuali di alunni con DSA nelle scuole italiane, cerchiamo di capire cosa intende la legge per ciascuno di questi disturbi e in che modo si manifestano.
Ci vengono in aiuto le definizioni contenute nell’art. 1 della Legge 170 del 2010:
Dislessia
Per dislessia si intende un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura.
Disortografia
La disortografia è un disturbo specifico di scrittura e si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica.
Discalculia
La discalculia si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri.
Disgrafia
Mentre la disgrafia è un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica.
Dati statistici
Secondo i dati resi noti dal Ministero dell’Istruzione (MIUR), la dislessia è il disturbo più presente nelle scuole italiane, con oltre 177.000 alunni con diagnosi certificata.
La disortografia è stata rintracciata in 92.000 studenti. Discalculia e disgrafia sono state invece certificate rispettivamente in poco meno di 87.000 e in circa 79.000 alunni delle scuole primarie e secondarie.
Buongiorno, avrei bisogno di un aiuto allo studio per mio figlio 15 anni dsa disprassico.
Grazie
Buonasera,
per una questione di privacy le invio a breve una mail per poter fissare una consulenza per meglio comprendere le esigenze di suo figlio e studiare un percorso personalizzato.
A presto!.