Come oramai sappiamo, la Disortografia rientra tra i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) ma, a differenza della Disgrafia che riguarda il tratto grafico, si ha una compromissione dell’espressione scritta con frequenti errori di grammatica e di uso della punteggiatura, solo per portare alcuni esempi. Continuando a leggere andremo a capire quali sono le caratteristiche tipiche di questo disturbo, i “campanelli di allarme” e come poter intervenire.
Che cos’è la Disortografia?
La Disortografia, ovvero il Disturbo della Scrittura, rientra tra i Disturbi Specifici di Apprendimento insieme a Disgrafia, Discalculia e Dislessia e riguarda lo scarso controllo ortografico.
Si tratta dunque di un disturbo che compromette l’espressione scritta evidenziando difficoltà ortografiche e accuratezza della grammatica e della punteggiatura. La diagnosi può essere posta alla fine del secondo anno della scuola primaria.
Quali sono i “segnali” della Disortografia?
Questo disturbo implica difficoltà di ordine fonologico ovvero difficoltà di convertire il suono in segno oltre a difficoltà relative alla memorizzazione delle regole ortografiche.
Disortografia ed errori
Come possiamo accorgerci se nostro figlio è disortografico?
Ecco un breve elenco delle caratteristiche più comuni:
- scambio di lettere (es. “banbino” anziché “bambino”)
- omissioni o aggiunta di lettere (es. “fore” anziché “fiore” oppure “cuotto” anziché “cotto”)
- inversioni di sillabe (es. “catora” anziché “carota”)
- difficoltà con digrammi e trigrammi (es. “oce” anziché “oche” o ancora “alio” anziché “aglio”
- confusione di fonemi e di grafemi
- errori di ortografia
- difficoltà nel riconoscimento di alcune parole scritte (soprattutto se a bassa frequenza d’uso)
- povertà nella scrittura
Altri errori, come abbiamo detto, potrebbero essere invece dovuti alla memorizzazione di regole di ortografia, quindi la scrittura di nostro figlio potrebbe presentare:
- separazione illegale di sillabe (es. “in sieme” anziché “insieme”)
- fusione illegale di sillabe (es. “avvolte” anziché “a volte”)
- scambi con lettere omofone cioè che hanno lo stesso suono (es. “accua” anziché “acqua”)
- omissioni o aggiunte di “H” (es. “io o un gatto” oppure “riservato hai clienti”)
- omissione delle “doppie”
Un’altra particolarità è legata al fatto che se il nostro bambino è disortografico potrebbe stancarsi facilmente mentre scrive a causa del notevole carico cognitivo che rende gli esercizi lenti e laboriosi.
La grammatica è importante nella produzione di un testo fluente. Gli studenti con disortografia spesso presentano evidenti problemi nella gestione delle regole grammaticali al punto da rendere difficile la comprensione di quanto scritto, inoltre possono mostrare estrema lentezza nella scrittura ed evidenti problemi di copiatura e, più in generale, in tutti i compiti scritti. Spesso tutto ciò impedisce loro di rimanere al passo con la classe.
La Consensus Conference (presieduta da specialisti che si occupano di ricerca sui Disturbi di Apprendimento) prescrive di valutare componenti diverse in base alle fasi evolutive:
“…all’inizio dell’alfabetizzazione è necessario valutare i processi di conversione fonema-grafema, mentre durante la scuola primaria le parole intere fino alla presenza di errori di conversione grafema-fonema. Questi in particolare, se riscontrati alla fine della scuola primaria, rappresentano un elemento diagnostico di gravità del disturbo. La disortografia, porta a un evidente dispendio di energie nei compiti scritti, affaticando lo studente che appare svogliato o disattento….”
Attualmente gli interventi che si sono dimostrati efficaci nel migliorare l’apprendimento dell’ortografia, condotti durante la scuola d’infanzia o il primo anno di scuola primaria, da insegnanti opportunamente preparati, presentano le seguenti caratteristiche (Tressoldi, 2013):
- Attività per favorire le abilita meta-fonologiche, come la segmentazione fonetica, che interviene nel passaggio dalla parola orale a quella scritta, e l’associazione tra grafemi e fonemi
- Esplicitazione delle abilità da insegnare
- Sessioni di circa 15-30 minuti l’una, con una frequenza non inferiore a due volte alla settimana, individuali o in piccoli gruppi, per un totale di 1-2 mesi
Cosa si può fare?
Se riceviamo una diagnosi di Disortografia è fondamentale supportare e motivare i nostri bambini a proseguire il loro percorso, evitando così che disinvestano nella scrittura che, in breve tempo, potrebbe peggiorare.
Il PDP (Piano Didattico Personalizzato) redatto obbligatoriamente dalla Scuola come disposto dalla Legge 170/2010 dovrà contenere necessariamente indicazioni sullo svolgimento degli esercizi, che dovranno appunto essere adattati per evitare un eccessivo affaticamento del bambino.
Nei casi di maggiore gravità, si potrà prevedere l’uso di programmi di videoscrittura o dettatura vocale o ancora l’utilizzo del PC con correttore ortografico. In sintesi sarà fondamentale permettere al bambino l’utilizzo delle misure compensative e dispensative a lui necessarie per un buon rendimento scolastico
Oltre a ciò, è possibile prevedere un percorso di potenziamento delle competenze ortografiche o ancora l’affiancamento di un Tutor Dsa che possa fornire strategie utili ed efficaci abbassando in tal modo ansia e scarsa autostima che quasi sempre accompagnano questi bambini.