In questo articolo parlerò di dislessia che colpisce circa il 3% dei bambini in età scolare. Soprattutto se diagnosticata nei giusti tempi (fine secondo / inizio terzo anno della scuola elementare) si può intervenire in maniera efficace tramite percorsi di potenziamento specifici. Se diagnosticata in età più adulta si possono invece proporre percorsi differenti che offrono strategie che evitano il sovraccarico e permettono uno studio autonomo.
Che cos’è la Dislessia?
La Dislessia è un Disturbo specifico di Apprendimento (DSA) altrimenti detto anche Disturbo della Lettura e clinicamente viene diagnosticata attraverso specifiche prove che valutano i parametri di Velocità e Accuratezza dato che si tratta di un disturbo che riguarda l’incapacità di riprodurre il linguaggio con la rapidità e le abilità che un bambino dovrebbe possedere rapportato alla sua età.
E’ importante sottolineare che per disturbo di lettura ci si riferisce alla Decodifica, ovvero alla capacità di riconoscere e pronunciare in modo corretto le parole di un testo. Inoltre, la lettura di un dislessico risulta essere più lenta e meno fluida rispetto a quella di un non dislessico.
In Italia la dislessia colpisce circa il 3% dei bambini in età scolare.
Secondo il DSM 5 (2015) per formulare la diagnosi di dislessia è necessario:
- Avere un livello di lettura, misurato da test standardizzati, sulla performance, sulla velocità o sulla comprensione della lettura, al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza e a un’istruzione adeguata rispetto all’età
- Che il deficit riscontrato interferisca in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività quotidiane che richiedono capacità di lettura
- Se presente un deficit sensoriale, le difficoltà di lettura devono andare al di là di quelle solitamente associate al deficit in questione
- Differenziare le normali variazioni nelle abilità di lettura dalla dislessia
Per poter leggere correttamente bisogna acquisire diverse funzioni:
- Collegare lettere a suoni: i bambini devono imparare che ad ogni lettera dell’alfabeto è associato un certo suono, fonetica. Una volta che il bambino può effettuare questi collegamenti, sarà in grado di riprodurre le parole
- Decodificare il testo: permette di dare un senso alle parole
- Riconoscimento visivo delle parole: capacità di leggere una parola familiare a colpo d’occhio senza sillabare
- Comprensione del testo: consente di ricordare quello che si è appena letto, invece i dislessici interrompono il flusso di informazioni rendendo difficile capire quanto letto per integrarlo alle conoscenze già apprese.
Mio figlio e la Dislessia…
Al giorno d’oggi la Scuola è abbastanza attenta alle problematiche dei nostri bambini e quasi sempre capita che siano proprio maestre ed insegnanti a segnalarci qualche difficoltà nel campo degli apprendimenti.
Anche noi genitori, però, possiamo avere un occhio accorto su ciò che succede.
Mentre supportiamo i nostri figli nei compiti, potremmo invitarli a leggere a voce alta seguendo il testo che stanno leggendo; in questo modo possiamo immediatamente capire che tipo di errori commettono nella lettura, ad esempio: inversione di lettere, omissione della sillaba inziale o finale della parola, sostituzione di parole, o ancora se “saltano le righe”.
I primi segnali possono comparire durante la seconda o la terza elementare:
- Difficoltà a riconoscere le lettere dell’alfabeto;
- Incapacità di unire suoni a lettere;
- Incapacità di riprodurre parole
- Difficoltà di apprendimento di nuove parole
- Vocabolario ridotto rispetto ad altri bambini della stessa età
Dato che anche la comprensione del testo potrebbe essere compromessa, pur non rientrando nei Disturbi Specifici, dopo la lettura si potrebbero fare delle domande per verificare cosa il bambino abbia capito di quello che ha letto.
Dislessia e Studio
Un livello ritenuto sufficiente per lo studio autonomo si colloca intorno alle 2/2,5 sillabe al secondo che coincide con la decodifica diretta delle parole intere (ovvero vedo una parola e sono in grado di leggerla senza spezzarla in sillabe).
Questa velocità normalmente si raggiunge verso la fine del secondo anno di Scuola Elementare mentre un dislessico (in assenza di trattamento) la raggiunge verso il secondo/terzo anno di Scuola Media.
Diventa quindi di fondamentale importanza intervenire quanto prima con percorsi appositamente studiati in base alla gravità del Disturbo e personalizzati in base alle esigenze di ogni singolo bambino. In questo caso, la figura professionale di un Tutor Dsa potrebbe sicuramente agevolare le attività di studio del bambino, fornendogli strategie oltre ad un efficace metodo di studio che possa alleggerire il carico cognitivo ed il dispendio di energie.
Prima si riesce ad intervenire e prima possiamo rendere autonomi i nostri figli nello studio senza rischiare di danneggiare la loro autostima e la loro motivazione.
Se il bambino frequenta la scuola primaria, risulta molto utile un intervento di Logopedia che propone percorsi di potenziamento della lettura avvalendosi di numerosi strumenti creati e studiati appositamente per questo tipo di disturbo.
Come per gli altri Disturbi di Apprendimento è importante assicurarsi che il PDP (Piano didattico personalizzato) redatto dalla scuola, contenga le misure compensative e dispensative necessarie al bambino per un corretto supporto allo studio.